CANGO
ACCADEMIA DELL’ARTE DEL GESTO

Visita 18/01/2019

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Sintesi dello studente Iurlaro classe 5H a.s. 2016/17

Fondato da Virgilio Sieni nel 2003, Cango è un luogo di ricerca, trasmissione, residenza e visione articolato in tre spazi di diverso formato predisposti per la danza. Lontano dalla rigidità dei formati preordinati e pronto a ridefinirsi in relazione agli stimoli del presente, Cango propone un articolato programma annuale scandito da progetti sempre in relazione a una geografia di luoghi della città.

 

Cango, Cantieri Goldonetta: un nome che riassume la storia di un luogo che, nato come sala da ballo del più ampio complesso Goldoni, nel corso degli anni ha subito numerose trasformazioni. Il termine “cantiere”, più che evocare la non finitezza di un luogo tende a focalizzare l’attenzione sul movimento continuo, sull’evoluzione costante tesa a cambiare lo spazio preesistente.

Oggi Cango, residenza artistica della Compagnia Virgilio Sieni, dà lustro a tale definizione ancestrale del termine attraverso una produzione artistica fondata su una ricerca continua, basata sul concetto di interdisciplinarità performativa in cui la danza s’interseca con il teatro, con la musica, con le arti visive. Una destinazione che prosegue in maniera quasi elettiva la storia di uno spazio che è stato testimone delle più importanti sperimentazioni che hanno ridefinito e rifondato l’arte performativa.

Progettato dall’architetto fiorentino Giuseppe del Rosso, il Teatro Goldoni fu edificato ai primi dell’ottocento, su proposta dell’imprenditore Luigi Gargani. Con un’estensione che ingloba via Romana, via S. Maria e via dei Serragli, il Goldoni nasce già come un teatro per certi versi all’avanguardia: spazio coperto e contigua arena a cielo aperto, per un totale di 1500 spettatori.

La vicinanza a palazzo Pitti fece sì che il Goldoni venisse sin da subito considerato come il teatro di corte, in cui il granduca aveva un proprio palco personale.

Il lavoro dell’Accademia sull’arte del gesto mira a intervenire positivamente sulla vivibilità, tendendo a un rinnovamento del rapporto tra il corpo e la polis; attraverso la creazione di circoli virtuosi tra pratiche, visioni, e riscoperta di luoghi, i progetti portano all’elaborazione di percorsi, mappature e sentieri capaci di esprimere una visione nuova dell’arte e della città.