Appunti e interpretazioni da “ 58 indizi sul corpo” di Jean-Luc Nancy
Studenti di 5D
( Jean-Luc Nancy, Cinquantotto indizi sul corpo, in Indizi sul corpo, ed. Ananke, Torino 2009)
Edilia Benzi
Indizi 57 – 31 – 14 – 12
Tiziana Cascone
Indizio 17 -“Corpo a corpo, fianco a fianco o faccia a faccia , allineati o affrontati, più spesso mischiati, tangenti con poco a che fare con loro. Ma così i corpi, che in senso stretto non si scambiano nulla , si mandano una quantità di segnali , avvertimenti, strizzate d’occhio o gesti segnaletici. Un’ andatura bonaria o altera, un gesto di insofferenza, di seduzione, un cedimento, una pesantezza un brillio.
E tutto ciò che si può mettere in parole come “giovinezza” o “vecchiaia”, come “lavoro” o “noia”, come “forza” o “goffaggine”…
I corpi si incrociano, si sfiorano, si accalcano, prendono l’autobus , attraversano la strada , entrano al supermercato, salgono in macchina , attendono il proprio turno in fila, si siedono al cinema dopo essere passati davanti ad altri dieci corpi. “
In generale quando si parla del corpo contrapposto all’anima, viene sempre considerato come una sostanza.
Per Jean -Luc Nancy, però, il corpo è l’opposto;
Questo perché non c’è estensione all’interno della sostanza, che invece il corpo possiede.
Nancy spiega la relazione tra anima e corpo dicendo che “l’anima può essere toccata dal corpo e il corpo può essere toccato dall’anima”; tra di loro c’è solo un tocco che li lascia allineati.
Il tocco è un impulso, un’impressione o un’espressione o una vibrazione.
L’unione avviene nell’ordine del momento; essa è il modo in cui il moto dell’anima si trasmette al corpo o un moto del corpo si trasmette all’anima.
Facendo riferimento all’immagine dei due corpi, all’interno del mio progetto e allo stesso tempo tenendo sempre a mente il diciassettesimo indizio, ho capito che i nostri corpi vengono a contatto sempre; anche con le piccole azioni che ognuno di noi svolge quotidianamente.
I corpi riescono a trasmettere qualsiasi emozione, attraverso gesti oppure espressioni.
Questo avviene anche se i corpi sono contrapposti, perché c’è sempre una connessione tra di essi. Le forme incise sul progetto dell’anello rappresentano due corpi di spalle, uniti però dalle loro braccia intenti a scambiarsi qualcosa.
I corpi rappresentano la connessione che avviene ogni giorno tra di noi e gli altri corpi.
Squillari Elena
Il tema del corpo, dell’anima e della relazione tra anima e corpo; si è manifestato molteplici volte nel corso delle mie riflessioni/progetti/letture, perciò quest’opera apparentemente semplice rappresenta in realtà molti concetti poichè è il tentativo di riassumere-descrivere le conclusioni tratte da questo mio percorso di riflessione sul corpo-anima.
Leggendo i “58 indizi sul corpo” di Jean-Luc Nancy e “l’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera; ho confermato e sviluppato ulteriormente l’idea secondo la quale il corpo è l’azione, come volontà che si compie.
Tale volontà è rappresentata nel disegno dal biancore che da cui scaturiscono un infinità di mani (metafore dell’agire); il movimento, la sinuosità delle mani è richiamato dal movimento della gamba che sollevandosi come in un passo di danza, muovendosi, agendo permette di delineare definire il corpo come totalità, tale totalità corporea è rappresentata dalla linea rossa; che fa a sua volta riferimento all’indizio numero 5 – un corpo è immateriale, è un disegno, è un contorno, è un’idea-.
Le mani-anima toccano il volto, la testa, poichè è dalle espressioni del volto che l’anima si manifesta(tale riflessione è contenuta nel libro di kundera); inoltre come dice Nancy nell’indizio 13 – Tuttavia, chi sente è l’anima. E l’anima sente anzitutto il corpo che la contiene e la trattiene, se non la trattenesse ella fuggirebbe tutta in parole vaporose che si perderebbero in cielo. – l’anima sente anzitutto il corpo.
Alice Mangolini
Aurora Cascino
Indizio 27 – “I Corpi si incrociano, si sfiorano, si accalcano, si avvincono o si urtano: sono tutti segni che si fanno, tutti segnali, indicazioni, avvertimenti che nessun senso definito può saturare. I corpi fanno senso oltre-senso. Sono un’oltranza di senso. E’per questo che un corpo sembra prendere senso solo quando è morto, irrigidito. E forse è qui che interpretiamo il corpo come tomba dell’anima. In realtà, il corpo si muove continuamente. La morte irrigidisce il movimento che abbandona la presa e rinuncia a muoversi.Il corpo è il mosso dell’anima”
La mia interpretazione di questo concetto si concentra particolarmente sull’atto dello sfiorarsi, del toccarsi, dell’entrare in contatto con altri corpi al di fuori di noi stessi, perché è così che si entra in relazione con le persone e agire in collettività.
Nell’illustrazione, sono raffigurate tre figure femminili, nell’atto di riposarsi in questa natura dalla tecnica pittoresca (per la paesaggistica mi sono ispirata al quadro “Paesaggio con pastori” del pittore francese Lorrain).
Le tre donne, dagli abiti rinascimentali, son prese da una sorta di beatitudine, un’armonia spirituale e fisica, richiamando l’atto di interagire con l’altra persona, sia nel silenzio, che nel rumore:la donna dalla veste trasparente all’estrema destra, ad esempio, appoggia la sua testa sulla spalla di quella con l’abito rosso al centro.
Inoltre, un particolare che accomuna le figure femminili, è che tutte hanno gli occhi chiusi, richiamando l’arrivo incombente della morte, rappresentata non come la fine di ogni cosa, ma come un passaggio ultimo per la liberazione dell’anima dal corpo.
Catellani Virginia
Indizio 2 – Il corpo è materiale. È a parte. Distinto dagli altri corpi. Un corpo comincia e finisce contro un altro corpo. Anche il vuoto è una specie molto sottile di corpo.
Indizio 5 – Un corpo è immateriale. È un disegno, è un contorno, è un’idea.
Caterina Perezzani
Indizio 52 Il corpo va per spasmi, contrazioni e distensioni, pieghe, dispiegamenti, annodature e sconnessioni, torsioni, soprassalti, singhiozzi, scariche elettriche, distensioni, contrazioni, trasalimenti, scosse, tremori, raccapricci, erezioni, conati, sussulti. Corpo che si alza, si inabissa, si scava, si squama e si buca, si disperde, si isola, schizza e suppura o sanguina, bagna e secca o spurga, mugugna, geme, rantola, scrocchia e sospira.
Indizio 54 – Il corpo, la pelle: tutto il resto è letteratura anatomica, fisiologica e medica. Muscoli, tendini, nervi ed ossa, umori, ghiandole e organi sono finzioni cognitive. Sono formalismi funzionalisti. Ma la verità, è la pelle. E’ nella pelle, fa pelle: autentica estensione esposta, tutta rivolta all’esterno e al tempo stesso involucro dell’interno, del sacco pieno di borborigmi e tanfi di chiuso. La pelle tocca e si fa toccare. La pelle carezza e solletica, si ferisce, si scortica, si gratta. E’ irritabile ed eccitabile. Prende il sole, il freddo e il caldo, il vento, la pioggia, incide segni dall’interno – rughe, grane, verruche, escoriazioni, e segni dall’esterno, talora i medesimi, oppure screpolature, cicatrici, bruciature, tagli.
Considerazioni e proposta
Per Nancy il corpo è estensione, è il luogo dell’esistenza.
Il corpo sente ed è sentito, è aperto al fuori. E’ sempre in contatto con altri corpi
Un corpo tocca ed è toccato: ed è in questo modo che viene messo in movimento, viene com-mosso.
L’anima non è un’altra sostanza, non è distinta dal corpo ma è l’essere fuori di sé del corpo. L’anima è il corpo in quanto emozione o commozione.
A partire da queste premesse si potrebbe sviluppare questa idea:
Ci si potrebbe soffermare su alcune parole elencate negli indizi n. 52 e n. 54, dove Nancy nomina alcuni possibili comportamenti del corpo-anima che sente e della pelle che tocca ed è toccata.
Alcune di quelle parole potrebbero essere approfondite e intorno ad esse si potrebbe fare una ricerca di esempi (con delle immagini, filmati, registrazioni…) per cercare di metterle in rapporto anche con “comportamenti” di corpi non umani ma non per questo privi di forma, e dunque di una loro anima.
Per esempio: potrebbe esserci del tremore sia nel “corpo” di un foglio di carta o di una foglia, sia in quello di un danzatore, quando sono “toccati” dal vento provocato da un ventilatore, o dalla vibrazione di un suono che “trema”….
Oppure: potrebbe esserci dell’ ”eccitazione” in una lampadina che, attraversata dalla corrente elettrica, si illumina…ma forse anche nel corpo di un danzatore (o di chiunque) quando la sua “pelle” viene toccata dalla “carica” di energia di un altro danzatore o di un altro corpo “eccitato-elettrizzato” con cui viene a contatto. Anche di lui si può forse dire che ne rimane “eccitato” e che perciò si “illumina”?
Ecco l’elenco delle parole utilizzate da Nancy in relazione al corpo (da 52):
spasmi – contrazioni – distensioni – pieghe – dispiegamenti – annodature – sconnessioni
torsioni – soprassalti – singhiozzi – scariche elettriche – distensioni – contrazioni – trasalimenti – scosse – tremori – raccapricci – erezioni – conati – sussulti
corpo che: si alza – si inabissa – si scava – si squama – si buca – si disperde – si isola – schizza – supora – sanguina – bagna – secca – spurga – mugugna – geme – rantola – scrocchia – sospira
Ecco le parole in relazione alla pelle (da 54): carezza – solletica – si ferisce – si scortica – si gratta – è irritabile – è eccitabile – prende il sole – prende il freddo – prende il caldo – prende il vento – prende la pioggia – incide segni dall’interno: rughe, grane, verruche, escoriazioni – incide dall’esterno: screpolature, cicatrici, bruciature, tagli
Chiara Baldi
Indizio 5 – “Un corpo è immateriale. È un disegno, è un contorno, è un’idea. “
Ho scelto di rappresentare questo punto perché per me rappresenta a pieno l’idea di un corpo. Ho deciso di interpretare il 5° indizio utilizzando una fotografia di un corpo poco definito, mosso, senza un contorno preciso. Con gli elementi elencati prima, ovvero che non vi è un contorno preciso ed una forma definita, mi sono ritrovata con l’affermazione che il corpo è un’idea. Ho cercato di esprimere nella mia fotografia l’immaterialità di un corpo. Questo ossimoro era molto chiaro nella mia mente e credo si possa percepire chiaramente quando si osserva questa immagine. Vorrei che chi osserva questa fotografia riuscisse a percepirne il dualismo che esiste fra corpo e idea.
Tommaso Fantini
Lorenzo Pasini
Indizio 4 – “Un corpo è lungo largo alto e profondo. Il tutto in un taglia più o meno grande.Un corpo è esteso e tocca gli altri corpi da ogni lato. Un corpo è corpulento, anche quando è magro.”
Nel mio progetto ho voluto rappresentare graficamente, con un disegno, ciò che Jan-Luc Nancy scrive nel quarto dei 52 indizi sul corpo. Il mio elaborato rappresenta un corpo composto esclusivamente da vasi sanguigni che si estendono verso lʼesterno. Per lo sfondo ho optato per utilizzare colori molto accesi, quali il giallo e lʼarancione, così da renderlo omogeneo con il soggetto, colorato di rosso. Le tecniche utilizzate sono: pantoni colorati e china rossa per il soggetto principale e pastelli ad olio per lo sfondo. Il collegamento tra il mio disegno e il quarto indizio sul corpo sta nel fatto che tutti i corpi, anche se non fisicamente, si toccano su tutti i lati, così come i vasi sanguigni si espandono in tutte le direzioni. Tutti i corpi, dai più magri ai più in carne sono corpulenti, come dice Jean-Luc Nancy, proprio come ognuno di noi è composto da una infinità di vasi sanguigni che percorrono il corpo nella sua totalità. Il mio progetto si basa inizialmente sulla fisicità del corpo per poi finire con il suo lato mentale che ci rende tutti uniti da un filo invisibile che si distanzia dalla sua materialità.
Alex Moschin
Indizio 34 – Il corpo senza testa è chiuso in se stesso. Attacca i propri muscoli tra loro, aggancia i propri organi gli uni agli altri. La testa è semplice, combinazione di alveoli e di liquidi entro un triplo involucro.
Virginia Violi
Indizio 34 – In verità, “il mio corpo” indica un possesso, non una proprietà. Ovvero un’appropriazione priva di legittimazione. Io possiedo il mio corpo, lo tratto come voglio, ho su di lui lo ius uti et abutendi. Ma lui mi possiede a sua volta: mi spedisce o mi impedisce, mi offusca, mi arresta, mi spinge, mi respinge. Siamo un paio di posseduti, una coppia di danzatori demoniaci.
Per questo progetto ho voluto focalizzarmi sul concetto di possesso, come noi crediamo di possedere il nostro corpo mentre in realtà è un’azione reciproca. Abbiamo tanto potere sul nostro corpo quanto lui ne ha su di noi. Possiamo trattare il nostro corpo come una nostra proprietà, sfruttarla, abusarne, spingerlo al limite contro quello che sarebbe meglio per lui. Possiamo farlo stare fermo, immobilizzarlo, renderlo dolorante o goffo. Ma lui può fare lo stesso con noi. Ci limita a quello che è fisicamente possibile, così al di sotto di tutto ciò che la nostra mente può immaginare. Ci impone i suoi limiti, ha bisogno di essere nutrito, di dormire, di riposare.
Il nostro corpo è la prima impressione che il resto del mondo ha di noi. Non importa quanto una volta venuti a contatto con la nostra personalità questo giudizio si smorzi, non smettiamo mai di essere anche quello che appariamo. Il nostro corpo fisico è la condizione che ci è imposta per vivere. Non smettiamo mai di sentirci sottomessi dal modo in cui appariamo, per i limiti più o meno alti che il nostro corpo ci impone, per quello che siamo in grado di mostrare agli altri. Siamo imprigionati in una gabbia di carne e sangue, in grado di proteggerci, di permetterci di esistere nel mondo materiale, ma capace anche di stritolarci, di costringerci.
Ius utendi et abutendi, in italiano diritto di usare e di consumare. Il diritto del proprietario di usare una cosa e anche di consumarla, di distruggerla se vuole, di valorizzarla, di farne ciò che preferisce. Entrambi non potremmo fare senza l’altro, un corpo ha bisogno di un’anima così come un’anima ha bisogno di un corpo. Ognuno ha le sue parti, le sue capacità, le possibilità. Non possiamo controllare come il nostro corpo appare e lui non ha capacità di scelta su quello che noi siamo intenzionati a fargli. Una danza di coppia perenne, che dura da che esistiamo, senza fermarsi mai. C’è la possibilità che i due partner di ballo si trovino d’accordo, in armonia, come per contrasto c’è la possibilità che siamo costretti a continuare la loro danza senza trovare mai la sintonia giusta, stizzendosi o persino odiandosi a vicenda.
Sturloni Marta
Indizio 44 – “L’anima, il corpo, lo spirito: la prima è la forma del secondo e il terzo è la forza che produce la prima. Dunque il secondo è la forma espressiva del terzo. Il corpo esprime lo spirito, ovvero lo fa sgorgare fuori, ne spreme il succo, ne estrae il sudore, ne strappa le scintille e getta tutto nello spazio. Un corpo è una deflagrazione.”
Il corpo è espressione. Non va pensato come qualcosa di distinto dallo spirito o dall’anima, ma come loro espressione.
Non possediamo un corpo: lo siamo.
Viviamo in una società che tenta di farcelo dimenticare, che tenta di alienarci da noi stessi. Ci convinciamo che il nostro “vero corpo” sia quello che vogliamo avere e non quello che abbiamo, e così ci dissociamo da noi stessi.
Il nostro corpo non è separato da ciò che abbiamo dentro, ma è la sua diretta espressione nello spazio.
Le linee del nostro viso, le forme dei nostri arti, la curva di un sorriso, sono la rappresentazione materiale della nostra anima.
Per esprimere questo pensiero ho realizzato una foto, immaginando il corpo che “ne strappa le scintille e getta tutto nello spazio”. Il corpo che esprime lo spirito, che ne fa uscire l’essenza e lo indossa come una collana, rendendo visibile la luminosità dell’anima.
Lisa Marchi
Indizio 31 – “Corpo cosmico: a poco a poco, il mio corpo entra in contatto con tutto.
I miei glutei con la sedia, le mie dita con la tastiera.
Si tende a pensare solitamente che un corpo finisca dove ne comincia un altro.
In realtà dobbiamo pensare che tutti i corpi esistenti fanno parte di un unico mondo.
I corpi hanno tutti una comune origine, per questo, nonostante siano separati, si rincontrano sempre in un’unità.”
La mia rappresentazione si ispira all’indizio 31, che chiaramente fa intendere come bisogna vedere un corpo in relazione con gli altri.
Non si deve mai credere che ciò che ci circonda finisca lì dove noi vediamo con i nostri sensi.
Bisogna aguzzare la sensibilità.
Captare ogni segnale da ciò che ci circonda.
I corpi sono la continuità in ogni dimensione, si espandono per tutto ciò che è conosciuto.
Il corpo viene definito “mistico: sostanza universale”.
Questa fase ha ispirato in me la prima immagine del mare.
Ricollegandomi poi al concetto di una creazione unica, ho capito che il mare porta in sé la vita, il collegamento tra ogni essere, corpo vivente e non vivente.
Nel mare si ritrova pienamente il concetto di continuità.
I corpi lasciano il segno della loro continuità nell’acqua, il quale influisce poi su ciò che sta attorno.
Nel mare ha origine la vita; da lì ogni corpo si separa e va nel mondo.
Ho deciso di aggiungere un particolare del tutto personale al lavoro, portandovi un qualcosa di davvero significativo.
Riempiendo l’altra parte del foglio di una sabbia nera speciale, raccolta da me in una vacanza, ho inserito un particolare per me importante.
La sabbia è l’insieme dei corpi sgretolati che ritornano uniti alla loro fonte, il mare.
Nell’indizio si parla anche di fili che uniscono i corpi.
Ho disegnato molti fili colorati che si intrecciano, che fanno parte sia del mare che della sabbia.
Ho deciso di trascrivere nell’acqua della parole che noi che noi dimentichiamo spesso, ma che tornando all’origine, diventano chiare e stimolanti.
CORPO, COSMICO, MISTICO, CONTATTO, SCONFINATI, FILI, TOTALITÀ, SIMBOLO.
Queste parole sono tutto ciò che l’uomo deve sempre ricordare quando si parla di relazione tra corpi.
LISA MARCHI
In relazione alla danza:
Lo scorso anno ci siamo recati alla Fonderia, a Reggio Emilia, dove ci è stato mostrato un pezzo di uno spettacolo interpretato da Simona Bertozzi, ballerina e coreografa. Dopo il pezzo abbiamo iniziato ad affrontare il vero e proprio argomento del corpo nella danza.
Già dal 1987 anche nella danza sono stati introdotti strumenti tecnologici che permettono allo spettatore di visualizzare l’immaginario di chi sta danzando.
Per analizzare la danza siamo partiti da una traiettoria filosofica già anticipata da Plotino.
Plotino diceva che gli uomini hanno in loro qualcosa di più grande loro anche se non sanno cos’è.
Questo qualcosa di “più grande” è la RISERVA DI POTENZIALE, che nessuno nella vita normale crede di avere.
Nella danza questa riserva invece c’è sempre, fa parte del danzare.
Abbiamo in seguito estrapolato il vero significato della parola VIRTUALE.
Per virtuale si intende una dimensione legata all’opposizione della realtà.
Virtuale è anche il potenziale umano perché non ha una vera e propria forma.
Il virtuale si oppone all’ATTUALE e insieme vanno a formare ciò che è il REALE.
Un esempio è proprio il principio di astrazione secondo il quale tendiamo a dare una forma a ciò che non vediamo o che ancora non c’è.
Un compositore è “una stazione radio ben sintonizzata”.
Perciò nella danza questo ruolo lo assume il ballerino.
Il ballerino lo fa con il GESTO; il corpo è il veicolo usato per dare forma a qualcosa che ancora non ce l’ha.
Il percorso della danza deve far capire che il corpo e la sua forma sono il risultato del pensiero e delle dinamiche del corpo.
Spinoza diceva: “i corpi si distinguono per velocità e lentezza, moto e riposo, non per la sostanza”.
Nella danza infatti non si parla di forma ma di DINAMICA.
Nella danza ci sono tre punti: SPAZIO, POTENZIALITÀ e DINAMICA.
Lo spazio non esiste indipendentemente dai corpo che si muovono tra loro, infatti lo spazio viene disegnato dai corpi dentro ad una geometria.
La geometria ha un perimetro è una dimensione che vale per tutti gli uomini.
Nella danza, quando lo spazio tra due corpi è poco, noi percepiamo la distanza tra uno e l’altro. I corpi che danzano devono far capire agli osservatori che ciò che importa non è la forma ma il movimento del corpo.
Già Cezanne diceva che la forma delle cose dipende dalla velocità della luce.
Noi nel muoverci lasciamo delle tracce (traiettorie).
Ciò che noi vediamo non basta per definire la realtà, bisogna cambiare direzione perché il movimento continua là dove il corpo si ferma, il corpo è sempre oltre i suoi limiti.
William Forsythe diceva che la coreografia è disegnare un movimento, nello specifico il disegno di un tratto grafico che da la forma al movimento.
Nella danza si impara a GESTIRE IL CORPO per fare in modo che lo spettatore creda a ciò che il danzatore sta immaginando.
Quando poi però si confronta l’immaginario con la realtà è diverso perché siamo abituati ad anticipare le cose.
Infatti il movimento parte involontariamente prima della nostra coscienza.
Per libero arbitrio si intende il voler continuare un’azione già impostata consapevoli delle possibili conseguenze.
La geometria viene cambiata sempre da un corpo.
La gestione del corpo porta anche ad un ORDINE EMPATICO che ci permette di vedere ciò che un altro pensa grazie al movimento del suo corpo.
Ultima cosa molto importante di cui abbiamo parlato è il nostro occhio, il quale tende sempre a vedere le cose un po’ prima che avvengano è un po’ dopo che sono avvenute.