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Classi 4 E – 4G – 4D – 4C
Gli student* hanno scritto una relazione finale sul progetto Indizi sul corpo, di seguito alcuni esempi.
Elena Filippi classe 4D
Il corpo: come è stato concepito nei secoli?
Com’è cambiato il suo legame con l’anima?
La concezione che l’uomo ha del proprio corpo è variata molto nel corso dei secoli. Aristotele sosteneva che se l’anima è la forma del corpo anche il corpo è ciò che imprime una forma all’anima, in un gioco sottile che corre fra il tangibile e l’intangibile, fra ciò che forma e ciò che viene formato.
Questa è l’idea aristotelica di corpo e anima che si compongono in un tutt’uno, in una comunione di forme in armonia fra loro.
Durante il Medioevo il corpo era considerato come un particolare bene materiale (differente dagli altri solo in quanto sede tangibile dell’anima) e quindi come qualcosa a cui doveva essere anteposta in ogni caso la salvezza dello spirito perché “la carne è debole” mentre l’anima, se mondata dal peccato, era ciò che avrebbe portato l’uomo in Paradiso, in linea con quanto affermava la Chiesa. La supremazia dell’anima sul corpo dunque.
Nel 1400-1500 (durante l’Umanesimo e il Rinascimento) il corpo umano riconquistò in parte la sua perduta importanza: secondo la logica rinascimentale l’uomo era stato posto al centro dell’universo nella sua interezza, con mente e corpo; ne è una prova “l’Uomo Vitruviano” di Leonardo da Vinci in cui è raffigurato un uomo come misura dell’universo tutto in quanto centro esatto sia del quadrato sia del cerchio, le due figure perfette che rappresentano l’uno la materialità, l’altro la spiritualità…
“Uomo vitruviano” di Leonardo da Vinci (ca.1490)
A questa “rivincita del corpo” si associò non a caso un rinnovato interesse per gli accurati studi anatomici e proporzionali operati dagli antichi.
Nel 1600 pese corpo la concezione di un importantissimo filosofo: Cartesio nelle sue “Meditazioni Metafisiche” distinse chiaramente la “res extensa (il corpo) e la “res cogitans” (la mente, il pensiero), dichiarando che, di fatto, la res extensa limita la res cogitans altrimenti libera, consapevole e priva di estensione.
L’unico punto di contatto fra le due res è la ghiandola pineale. Si parla di “dualismo cartesiano”.
Cartesio affermava con la sua celebre frase “cogito ergo sum” (= “penso quindi sono”) quella che per lui era la condizione d’esistenza dell’uomo, in quanto l’essere umano senza il pensiero sarebbe solo un mero automa (concezione meccanicistica del creato).
Lo scrivano di Pierre Jacquet-Droz (1744)
A proposito della concezione meccanicistica cartesiana è interessante parlare della concezione di corpo di Cartesio poiché egli considerava quest’ultimo come un sistema di leve e ingranaggi fisicamente efficiente; certamente questa sua idea di “corpo come macchina” fu un’ispirazione per la medicina e si può dire che René Descartes inventò i robot, in una sorta di slancio anacronistico (al punto che già nel 1700, nella razionalissima epoca dei Lumi, ci furono diversi uomini di scienza e inventori che, probabilmente ispirati proprio da Cartesio, si diedero alla realizzazione di questi automi anche con risultati sorprendenti).
Non molti anni dopo fu il giovane filosofo olandese, Baruch de Spinoza, a sostenere (differentemente da Cartesio) una nuova concezione di relazione mente-corpo: con il suo “parallelismo psico-fisico” egli affermava che le due res individuate dal suo collega francese possedessero una “corrispondenza biunivoca” ovvero il corpo è l’aspetto esterno e tangibile della mente e la mente è l’aspetto interno del corpo. Per Spinoza la relazione così stretta fra estensione e pensiero è assicurata dalla “Sostanza” ovvero da Dio (“Deus sive Natura” = “Dio ovvero Natura”).
Personalmente ritengo che queste teorie e opinioni seppur differenti fra loro possano considerarsi tutte valide: come diceva Hegel “ogni filosofia descrive il suo tempo” e così anche ogni concezione di corpo formulata descrive il periodo in cui viene concepita.
Ritengo sia un buon compromesso adottare un poco della filosofia di Epicuro perché egli sosteneva che la filosofia fosse una medicina e come tale dovesse occuparsi di alleviare gli affanni umani portando ad un benessere sia del corpo (aponia) sia dell’anima (atarassia).
L’anima che fugge dal corpo in parole, in un alito di vento, pare quasi un retaggio del pensiero di Anassimene, del suo concetto di archè dell’aria che anima la materia. Si tratta dunque di quello stesso soffio vitale di Dio che animò il corpo di terra rossa e fango del primo uomo nel perduto Eden?
È quel medesimo soffio vitale che fa battere il cuore, fa muovere i muscoli e le ossa come un’arcana e misteriosa fonte d’energia, è questo ciò che anima il corpo e lo rende umano, come è pur vero che un anima privata di un corpo che la trattenga non sarebbe altro che spirito perso nel vento.
“Lezione di anatomia del dottor Tulp” di Rembrant (1632)
CLASSE 4G
Selezione di parti dei testi prodotti dalla classe 4G, effettuata dagli stessi studenti in condivisione.
“Se l’esistenza appare come un’esposizione corporea, allora il pensiero avrà come oggetto il corpo e l’esperienza del toccare, l’istituzione del senso nell’estensione e vibrazione dei corpi,” J. L. Nancy, questo fu proprio quello che mi fece sentire un’insegnante di danza, che venne nella nostra scuola, per farci sentire queste sensazioni, dandoci indicazioni, sul lasciarsi trasportare senza dover pensare a che mossa fare, semplicemente danzare con il nostro corpo.
Susanna Mazza
Una delle cose però che mi colpì di più non fu una parte dello spettacolo, bensì un commento che fece il coreografo alla fine dell’evento secondo cui l’artista, diversamente dagli altri esseri umani, ha il dono di avere un contatto più diretto con la propria anima, a quella sfera sensibile che rimane nascosta agli occhi di molti, ma che sprigionerebbe un’energia immensa se solo fossimo tutti in grado di coglierla.
Paltrinieri Emma
Trovo che il progetto metta in luce proprio queste parole, ci faccia capire quanto un’espressione artistica come la danza riesca a far trasparire il vero che c’è dietro a un corpo, quello che ad occhio nudo e disattento non puoi cogliere.
Sara Rizzo
Il ballerino non imprigiona l’anima in un involucro corporeo, bensì usa il proprio corpo per esprimere ciò che l’anima da sola non riesce a fare, perché intangibile. Il vero problema sorge quando il corpo non comunica più con lo spirito, costringendo questo ad una ribellione. Questo è il maggior conflitto che ha l’uomo, quello con se stesso, che non deriva da altro se non da una mancanza di interesse verso se stessi, verso una pigrizia sul volersi esplorare e conoscere. Questo l’arte insegna, nelle sue più varie forme, a capire cosa l’anima vuole esprimere attraverso i mezzi che il corpo ha.
Emma Paltrinieri
La danza è il linguaggio dell’anima.
Lorenzo Picconi
Il corpo fabbrica l’autoimmunità dell’anima, ovvero difende l’anima da se stessa, le impedisce di appartenere interamente alla sua intima spiritualità e provoca nell’anima un rigetto dell’anima stessa.
Una legge di stabilità tra equilibri dell’anima, del corpo e dello spirito potrebbe dunque permettere un continuo rigenerare l’esterno attraverso l’interno e l’interno attraverso il confine, come afferma Disler.
Il corpo è dunque il circuito entro cui viaggiano le informazioni, lo spirito è il materiale del circuito identico a ciò che è il materiale esterno e l’anima è ciò che riconosciamo.
Susanna Mazza
Penso che per danzare sia necessario avere una conoscenza corporea dei movimenti, della relazione che si ha con i muscoli, quindi della coreografia, ed avere una consapevolezza del proprio corpo. Tuttavia è indispensabile anche avere una conoscenza spirituale. Il benessere spirituale che deriva dalla danza è una conseguenza di quello fisico e viceversa.
Bertagnoli Sara
La danza non è solo un movimento, ma è il movimento che ti fa relazionare con il mondo e con te stesso.
Catellani Uma
Nell’epoca in cui viviamo sembra che l’equilibrio tra anima e corpo descritto dai filosofi sia stato definitivamente accantonato: il corpo é sempre più esaltato e chiamato ad allinearsi a standard estetici sempre più esigenti, mentre non sembra esserci più posto per l’anima e per lo spirito.
Io credo invece che sia un errore trascurare la parte più vera e spirituale che c’é in noi, credo che oltre alla “scocca” esterna ci sia un motore, un cuore, che ci rende unici. Ognuno di noi é se stesso per questa unione irripetibile di corpo e spirito, spirito che ci mette in relazione agli altri e alla natura in cui viviamo.
Casali Sara
Il corpo umano per Cartesio è un’estensione, una “macchina”, anche se più complessa delle altre. Secondo Cartesio il corpo soggiace alle stesse leggi meccaniche della natura, ma allo stesso tempo, le peculiarità del linguaggio e del comportamento umani non sono spiegabili senza introdurre un’entità immateriale: l’anima.
Fontana Elia
Il corpo è sì la custodia dell’anima, ma senza questa sarebbe solo un contenitore vuoto e privo di esperienze. Il benessere è la congiunzione perfetta, in quanto l’uomo può considerarsi realizzato quando sia corpo e anima sono in sintonia, sia tra di loro sia con elementi esterni.
Marco Moratti
“Il vero problema sorge quando il corpo non comunica più con lo spirito, costringendo questo ad una ribellione. Questo è il maggior conflitto che ha l’uomo, quello con se stesso, che non deriva da altro se non da una mancanza di interesse verso se stessi, verso una pigrizia sul volersi esplorare e conoscere. Questo l’arte insegna, nelle sue più varie forme, a capire cosa l’anima vuole esprimere attraverso i mezzi che il corpo ha.”
Emma Paltrinieri
La danza è, come afferma Paul Klee, l’arte non è dare una forma al visibile, ma è dare una forma all’invisibile.
Giorgia Debbia
“La danza e la filosofia sembrano essere due cose diverse eppure hanno così tanto in comune.
La danza contemporanea non serve più come metafora del pensiero, ma si presenta come un pensiero sensuale e intellettuale in un corpo.”
Uma Catellani
Sono convinto che anima e corpo debbano essere considerate come insieme unico. Il corpo è sì la custodia dell’anima, ma senza questa sarebbe solo un contenitore vuoto e privo di esperienze. Il benessere è la congiunzione perfetta, in quanto l’uomo può considerarsi realizzato quando sia corpo e anima sono in sintonia, sia tra di loro sia con elementi esterni.
Marco Moratti
La mente e il corpo non possono relazionarsi l’ un l’ altro con i loro opposti quindi una mente può entrare in contatto con un’ altra mente e non un altro corpo. Viene spontaneo chidersi se siamo principalmente mente o corpo.
Verrebbe da dire che siamo principalmente corpo, data l’ enorme quantità di valore che ne attribuiamo al riguardo, essendo la nostra parte più spoglia e fenomenologica, il nostro corpo è il primo fattore di impatto verso le relazioni esterne, dal momento che il nostro spirito, di natura noumenica, non viene mostrato a prima vista e quindi è privo di una qualsiasi funzione estetica. la concezione che abbiamo di corpo è molto relativa a seconda dei canoni di bellezza differenti per ciascuno di noi, e nel corso degli anni abbiamo inventato dei requisiti estetici e fisici nati dall’esigenza di scarnificare la nostra corporeità in modo da sfruttarla per creare vere e proprie simbologie al riguardo, conseguenti al nostro costante principio istintivo di identificare tramite immagini universalmente valide in un preciso contesto. Un esempio molto chiaro è appunto la moda, la quale nasce appunto per soddisfare tale esigenza di identificazione a primo impatto, il vestirsi, appunto, è in grado di conferire significati diversi al nostro fisico per poi essere riconosciuti tramite stereotipi e luoghi comuni validi per la maggior parte della popolazione, e di conseguenza è una modifica anche per il nostro carattere a prima vista e quindi il nostro spirito.
Emiliano Torri
Questo é il maggior conflitto che ha l’uomo, quello con se stesso, che non deriva da altro se non da una mancanza di interesse verso se stessi, verso una pigrizia sul volersi esplorare e conoscere.
Paltrinieri Emma
Il nostro corpo è la fonte d’arte più bella che muta inconsapevolmente, che si nutre di esperienza e di ciò che ci circonda, è il nostro tempio, la tela bianca di un pittore.
Marika Fusco
Relazione finale dell’evento
Defilé della danza
curatrice Elena Rolla
Classe 4C
Testo di
Francesca Balestrieri e Erika Moccia
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