“È necessario oggi operare la scelta coraggiosa di porre di nuovo al centro della propria e altrui esistenza una domanda fondamentale di senso. L’ideologizzazione dello sguardo è il rischio più grosso nella sottovalutazione di ciò che è presente e che la negazione non aiuta a comprendere o eventualmente a riformulare in termini meno invasivi e pervasivi. La danza di oggi è un cantiere infinito, sempre aperto, mai definitivamente rimosso per mostrare la costruzione dalle rifiniture di pregio. In questo cantiere si fatica a comprendere il dentro e il fuori, il bello e il brutto, il buono e il cattivo. Sebbene talvolta non si riesca ancora a fare sistema e a oltrepassare narcisismi personali e collettivi, la pratica del progetto ha contribuito al superamento delle logiche dell’esclusione, facendo sperimentare ai giovani artisti le possibilità di crescita e sviluppo entro le prospettive di comunità e di rete.
Comunità e rete sono oggi le parole d’ordine della creazione, dell’organizzazione e della distribuzione della danza, che per fortuna sta gradatamente superando la pratica autolesionista della lamentela permanente per stringere alleanze sulla concretezza progettuale, non solo nell’ambito degli artisti, ma fra questi e i direttori di festival e circuiti, fra questi e la nascente nuova critica, che ha generato virtuosi processi di scrittura come portato artistico secondo, non subordinato né subordinante, ma partecipante e dialogante e altrettanto creativo rispetto agli oggetti dello sguardo.” Alessandro Pontremoli
Altri riferimenti utili per la riflessione e la condivisione di “INDIZI SUL CORPO”:
ZAGATTI, Franca. Muoversi per dislocamento: il corpo e i saperi danzanti. Danza e ricerca. Laboratorio di studi, scritture, visioni, [S.l.], p. 109-115, dec. 2015. ISSN 2036-1599. Disponibile all’indirizzo: <https://danzaericerca.unibo.it/article/view/5958>. Data di accesso: 30 nov. 2016 doi:http://dx.doi.org/10.6092/issn.2036-1599/5958.