
“Tutto è in tutto. Questa mescolanza fa del mondo e dello spazio la realtà di una trasmissibilità di una traducibilità universale delle forme. Ma ciò che chiamiamo trasmissione è solo l’eco di questa inerenza reciproca di ogni cosa in ogni altra cosa: il mondo è un contagio perpetuo. Tutto è in tutto, perché nel mondo tutto deve poter circolare, trasmettersi, tradursi. L’impenetrabilità, spesso immaginata come la forma paradigmatica dello spazio, è un’illusione: là dove vi è un ostacolo alla trasmissione all’interpretazione, un nuovo piano si produce, quello che permette ai corpi di rovesciare l’inerenza dell’uno all’altro In un’interpretazione reciproca. Tutto nel mondo produce la mescolanza e si produce nella mescolanza. Tutto entra ed esce ovunque: il mondo è apertura, libertà di circolazione assoluta attraverso i -non accanto ai-corpi e gli altri.”
Emanuele Coccia, La vita delle piante, p. 91
Emanuele Coccia, il respiro vegetale
articolo di Lisa Ginzburg Link all’articolo
Radio link all’intervista
Palazzo Strozzi The Florence Experiment: presentazione
https://www.youtube.com/watch?v=JhJBAfTwXCU
Stefano Mancuso – Verde brillante.
Alla radice dell’intelligenza delle piante – 28 ottobre 2013
“Come negare dunque che siano intelligenti? In ultima analisi è tutta una questione di termini e dipende dalla definizione di intelligenza che scegliamo: nel quinto capitolo vedremo che essa può essere interpretata come «capacità di risolvere i problemi» e ci accorgeremo che in base a questa definizione le piante non sono soltanto intelligenti, ma addirittura brillanti, nella scelta delle soluzioni da adottare per far fronte alle difficoltà legate alla propria esistenza. Tanto per cominciare non possiedono un cervello come il nostro, eppure nonostante questo sono in grado di rispondere in maniera adeguata alle sollecitazioni esterne e di essere, per dirla con una parola che può sembrare strana in rapporto a una pianta, «consapevoli» di quello che sono e di ciò che le circonda.”
Mancuso, Stefano. Verde brillante (Saggi Giunti) (Italian Edition) (p.7).
Giunti. Edizione del Kindle.
“…Un altro esempio di comunicazione «gestuale» è costituito dalla cosiddetta «timidezza delle chiome», come l’ha definita il botanico francese Francis Hallé (1938). Questo fenomeno, per il quale alcuni alberi tendono a evitare che le chiome si tocchino nonostante crescano molto vicine, non riguarda tutte le specie, anzi. Di solito gli alberi non sono per nulla timidi e intrecciano le loro chiome liberamente. Ma gli esemplari di certe famiglie quali le Fagaceae, le Pinaceae e le Mirtaceae – per citarne alcune fra le più comuni – sono al contrario piuttosto riservati e non gradiscono sconvenienti intrecci di chioma. Provate a entrare in una pineta e a guardare all’insù.”
Mancuso, Stefano. Verde brillante (Saggi Giunti) (Italian Edition) (p.78). Giunti. Edizione del Kindle.