PSICOPATOLOGIA DELLA VITA QUOTIDIANA
Sigmund Freud, 1901 – Bollati Boringhieri
L’opera, la cui prima edizione fu pubblicata nel 1901, descrive sostanzialmente le azioni sintomatiche e gli atti mancati facenti parte della vita quotidiana di persone cosiddette “sane” e di persone affette da nevrosi. All’interno del volume sono presenti numerosi esempi tratti da storie di pazienti e di conoscenti dell’autore, inoltre sono descritti anche diversi episodi ricondotti a Freud stesso.
Le dimenticanze di propositi, di nomi , di impressioni e di sequenze di parole analizzate all’interno del libro, secondo l’autore, sono frutto di rimozioni dell’inconscio il quale prevarica sull’aspetto cosciente determinando un mutamento (perturbazione) del ricordo. Più precisamente Freud, nel caso della dimenticanza di propositi, ci parla delle azioni promesse ad altri e a loro favore, le quali per un’amnesia non vengono svolte . In merito lo psicoanalista ci fornisce due possibili cause: una vede come complice una scarsa capacità mnemonica (un problema di tipo organico), l’altra è strettamente collegata al senso di non appartenenza legato al proposito in favore di altri. Non in tutti i casi queste due “regole” sono valide; Freud analizzerà altri episodi di dimenticanza le cui cause vengono definite oscure, in quanto sconosciute.
Molto interessante è anche il caso dello smarrimento di oggetti, meglio noto per l’autore come dimenticanza di impressioni, mi ha particolarmente colpita la descrizione di un episodio che vede come protagonista questo tipo di dimenticanza. Un uomo veniva sollecitato dalla moglie per poter partecipare ad un ricevimento, nonostante il suo poco interesse al riguardo si convinse. Cercò quindi l’abito da cerimonia il quale era riposto all’interno di un baule, lo aprì ed estrasse l’abito, si allontanò per qualche istante e al suo ritorno non riuscì più a trovare la chiave. Per questo motivo la coppia di coniugi non riuscì a partecipare al ricevimento. Il giorno seguente la chiave fu trovata all’interno del baule. Questo ci fa capire quanto e come l’inconscio abbia agito sull’aspetto motorio dell’individuo. Per quanto riguarda i lapsus la questione è sempre collegata ad un pensiero inconscio, ma che in questo caso agisce sull’aspetto linguistico, mi preme citare in merito un esempio presente nel libro: un paziente di Freud si sbagliò a pronunciare la parola “Tirare” e disse “Trirare” (pag 66, Freud 1901).
Il lapsus commesso dal paziente era collegato ad una triste faccenda, perciò è facilmente comprensibile che l’individuo stesse pensando alla parola “triste” e il suo pensiero inconscio si espresse involontariamente.
Sempre all’interno dell’opera l’autore ci fornisce diversi esempi di azioni (apparentemente) casuali.
Uno fra i tanti ha come protagonista Freud stesso, il quale si trovava davanti all’uscio della porta di uno dei pazienti a cui era solito far visita. Lo psicoanalista, invece di attendere il paziente che avrebbe dovuto aprirgli il portone, estrasse dalla tasca il mazzo delle chiavi della sua abitazione e provò ad infilarle nella serratura con scarsi risultati. In seguito alla descrizione dell’accaduto Freud specificherà il rapporto che lo legava al paziente, per lui recarsi nell’abitazione di quest’ultimo equivaleva a recarsi nella propria abitazione. Ecco quindi spiegata l’apparente azione casuale che ha portato l’autore ad assumere codesto comportamento.
Ho trovato estremamente interessante e formativa la lettura di questo libro, ho avuto modo di comprendere e riflettere su molti aspetti legati alla psiche umana. Dal momento in cui ho approfondito la mia conoscenza in merito alle azione sintomatiche trattate all’interno dell’opera, sono più attenta agli avvenimenti casuali che mi capitano nel quotidiano. Ho apprezzato molto la presenza di numerosi esempi riguardanti gli argomenti citati nel libro, in alcuni casi si sono rivelati fondamentali per la comprensione di aspetti abbastanza complessi legati alla psicoanalisi.
Eleonora Bertoldi 5^A (2015/16)