Bowlby riteneva che l’attaccamento si sviluppasse attraverso alcune fasi, e che potesse essere di tipo “sicuro” o “insicuro”. Un attaccamento di tipo sicuro si ha se il bambino sente di avere dalla figura di riferimento protezione, senso di sicurezza, affetto; in un attaccamento di tipo insicuro invece il bambino riversa sulla figura di riferimento comportamenti e sentimenti come instabilità, prudenza, eccessiva dipendenza, paura dell’abbandono.
Bowlby identifica quattro fasi attraverso le quali si sviluppa il legame di attaccamento:
- Preattaccamento: in questo periodo, che va dalla nascita fino alle otto-dodici settimane, il bambino non è in grado di discriminare le persone che lo circondano anche se può riuscire a riconoscere, attraverso l’odore e la voce, la propria madre. In questa fase infatti, per Bowlby, l’attaccamento del piccolo al caregiver non è presente per cui mette in atto comportamenti di segnalazione e di avvicinamento senza però aver ancora selezionato il proprio caregiver: questo fa sì che i comportamenti di segnalazione e di avvicinamento sono rivolti a più persone.
Superate le dodici settimane il piccolo comincia a dare maggiori risposte agli stimoli sociali. In un secondo momento il bambino, pur mantenendo comportamenti generalmente cordiali con chi lo circonda, metterà in atto modi di fare sempre più selettivi, soprattutto con la figura materna;
- Sviluppo dell’attaccamento: in questo periodo, che va dal terzo al sesto mese, il piccolo inizia a selezionare il proprio caregiver e mette in atto una ricerca attiva di contatto e di vicinanza con le figure familiari che si occupano di lui\lei, anche attraverso comportamenti di interazione (il piccolo sorride, vocalizza, gesticola, etc…);
- Attaccamento ben sviluppato: in questo periodo, che va dal sesto mese al ventiquattresimo, si crea l’effettivo legame preferenziale ed orientato verso una persona. Secondo Bowlby in questa età è evidente che l’attaccamento è ben sviluppato perché si manifesta l’ansia alla separazione: solo l’ansia da separazione e la paura dell’estraneo sono, secondo Bowlby, due comportamenti che ci fanno capire che l’attaccamento nei confronti del caregiver è ben sviluppato. L’attaccamento con il caregiver diventa perciò stabile e decisamente visibile: il bambino richiama l’attenzione della figura di riferimento, la saluta, la usa come base per esplorare l’ambiente, ricerca in lei protezione in particolare se si trova a cospetto di un estraneo;
- Relazione in funzione dell’obiettivo: dal secondo anno di vita in poi la relazione è più orientata alla reciprocità, infatti, ad esempio, il piccolo è in grado di attendere, per un bisogno del caregiver, di soddisfare il suo bisogno di vicinanza. A questa età il bambino acquisisce la capacità di mantenere tranquillità e sicurezza in un ambiente sconosciuto: deve però essere in compagnia di figure di riferimento secondarie, ed avere la certezza che il caregiver faccia presto ritorno.
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BIBLIOGRAFIA
FONTE (link alla tesi di dottorato)
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